Agrigento incontra Bergamo. Collaborazione tra le due istituzioni teatrali

22 Aprile 2023 no comments stampa

Agrigento incontra Bergamo. Il direttore generale della Fondazione Teatro Pirandello, Salvo Prestia, è stato nella Capitale della cultura per il 2023 per incontrare il direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti, Massimo Boffelli, per un confronto con esperienze, valutazioni e aspettative.

Il teatro di Bergamo funge da fulcro per le iniziative culturali che si stanno svolgendo in città e Prestia ha voluto avere un’ idea di come ci si sta organizzando a livello burocratico e organizzativo per ottimizzare quelli che saranno i passaggi da fare anche ad Agrigento, Capitale della Cultura del 2025. “Un incontro proficuo e interessante- commenta Salvo Prestia- occasione anche per iniziare una collaborazione tra i due teatri, sulle produzioni teatrali, le iniziative da portare avanti insieme e anche su un ipotetico passaggio di consegne alla fine del 2023 con delle idee programmatiche da portare ad Agrigento”. Il direttore Prestia ha anche presentato le produzioni del Pirandello , teatro che a Bergamo è conosciuto e attenzionato. Produzioni che, con molta probabilità, verranno inserite nel cartellone del Donizetti. “Un rapporto di collaborazione che può portare benefici- conclude Prestia- il teatro di Bergamo è più aperto all’opera e alla lirica , mentre il Pirandello è più incline alla prosa e al teatro , un’area che al Donizetti vogliono potenziare”.

Nella foto direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti, Massimo Boffelli

Ibla “canta” Rosa Balistreri al teatro Pirandello

20 Aprile 2023 no comments stampa

“ Pi nu perdiri lu cuntu” , Ibla “canta” Rosa Balistreri al teatro Pirandello

Una voce che avvolge, coinvolge e incanta. Ibla sarà la protagonista di “Pi nu perdiri lu cuntu” , un omaggio, passionale e femminile, a Rosa Balistreri, grande cantante siciliana, e alla sua storia di donna. Appuntamento al Teatro Pirandello di Agrigento il prossimo 13 maggio alle 20:30.

La giovane cantante empedoclina, Claudia Iacono, in arte Ibla, “alunna” della scuola di Amici di Maria De Filippi, nel 2021, sarà sul palco del Pirandello con un ricco repertorio dell’artista licatese.

Nelle canzoni di Rosa Balistreri, definita dalla critica musicale “la voce della Sicilia”, c’è l’esaltazione e l’amore per la terra , per le tradizioni religiose, nella certezza di una giustizia sociale che rispetti donne e lavoratori.

“ Finalmente- dice Ibla- dopo diversi anni di lavoro, ricerca e sperimentazione, porterò per la prima volta in teatro il progetto su Rosa Balistreri. Venite al Pirandello, sarà un bel viaggio”.

Rosa Balistreri ha saputo superare tanti ostacoli, senza mezzi, senza aiuto, senza cultura. Forte e coraggiosa, il suo canto veniva direttamente dal cuore, dalla terra della Sicilia.

L’Onorevole di Leonardo Sciascia, chiude la stagione al Teatro Luigi Pirandello

19 Aprile 2023 no comments stampa

Gaetano Aronica dirige L’Onorevole di Leonardo Sciascia, in scena al Teatro Luigi Pirandello di Agrigento, sabato 6 ( alle 20,30 ) e domenica 7 maggio ( alle 17,30). VIDEO>>>
Con Gaetano Aronica nel ruolo del professor Frangipane, Roberto Maria Iannone (Mons. Barbarino), Pippo Crapanzano (don Giovannino Scimemi) e la compagnia del Teatro Pirandello, lo spettacolo, prodotto dalla Fondazione Teatro Luigi Pirandello, chiude la fortunata stagione di prosa diretta da Francesco Bellomo.
L’Onorevole narra la vicenda di un modesto professore di liceo “benedetto” da una repentina elezione al Parlamento e poi da una lunga carriera politica fatta di meschinità e menzogne, intrighi e compromessi, cedimenti e tradimenti pubblici e privati. L’Onorevole è uno dei pochissimi testi teatrali di Sciascia. L’autore avverte subito che si è divertito a scriverlo nei caldi giorni d’estate, in campagna. E che non ha intenzione di rivedere il testo, legato a quella distrazione, a quel momento. In effetti L’Onorevole ruba attimi, è fulmineo nei cambiamenti, caustico nel definire il potere. Ne è nato uno spettacolo pieno di fantasia , di invenzioni. La sua struttura ha permesso di creare personaggi originalissimi, situazioni in cui la tensione è scandita dall’imprevedibilità dei fatti. C’è un cambiamento delle cose e degli uomini, non solo del protagonista, ma di tutto il mondo intorno a lui, o che lui vede cambiato per come lo proietta a se stesso.
Così il regista Gaetano Aronica: “L’Onorevole racconta l’Italia del dopoguerra e del boom economico, attraverso i mutamenti di una società che in fondo si vede bene solo sempre uguale a se stessa. E che dunque soffre nei momenti in cui dovrebbe avere il coraggio di cambiare, non trova nessun riferimento etico o morale, non dico che la sostenga, ma almeno che la giustifichi. Tutto è legato all’equilibrio fra poteri leciti e illeciti, è molto difficile, a volte , tracciarne il confine. Chi verrà a vedere questo spettacolo – sottolinea Aronica – rimarrà deluso nel non trovare una trasposizione fedele, sebbene lo stile di Sciascia, il suo spirito, siano intatti. La sua stessa natura di testo aperto, non concluso, ispira una lettura originale, non irriverente, ma temeraria. Lo spettacolo sia apre ad inaspettate visioni. Credo che in Italia molti non possano non dirsi democristiani, la storia del nostro paese è legata alla storia del partito in cui si è identificato per un lungo periodo, dal secondo dopoguerra, almeno. Le correnti di destra e sinistra, fluttuanti, hanno finito per rafforzare la corrente centrista. Il centro moderato ha dato sicurezza agli italiani e anche oggi, in fondo le cose non sono molto cambiate. Guardare quel mondo come una cartolina in bianco e nero, viverne le atmosfere ormai vintage, indagare su un passato recente, scoprire di esserne stati protagonisti e anche prigionieri, è un modo per riflettere, a tratti ironizzare. Ma anche per immaginare nuove possibilità. In fondo il boom economico può far pensare a questo momento di rinascita che sta pervadendo la Sicilia negli ultimi anni. L’Onorevole, nella nostra lettura, riflette, attraverso la visione, l’immagine di una società allo specchio”, ha concluso Gaetano Aronica.
Uno spettacolo, dunque, che pone tante domande, che mira a far discutere, non solo di politica, ma della funzione dell’arte, delle modalità espressive non convenzionali, delle possibilità del teatro di analizzare l’animo umano attraverso lo studio delle psicologie, l’indagine introspettiva, la complessa rete di relazioni fra gli uomini, divisi tra libertà di pensiero e ragion di Stato.

Luigi Mula

Veronica Pivetti al Teatro Pirandello in “Stanno sparando sulla nostra canzone”

11 Aprile 2023 no comments stampa

Veronica Pivetti torna al Teatro Pirandello sabato 15 e domenica 16 aprile con il suo spettacolo “Stanno sparando sulla nostra canzone” per la stagione teatrale 2022/23 della Fondazione Teatro Pirandello. Primo appuntamento sabato alle 20,30 e domenica all3 ore 17,30. 

Siamo in America, nei mitici anni venti. Anni d’oro e ruggenti. I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di spagnola un lontano ricordo. In ogni pentola, o quasi, frigge quel che passa il convento, ma anche una bella manciata di futuro fresco e incontaminato. Gli scampati corteggiano le sopravvissute. Le sopravvissute si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza l’ultima a morire. Siamo in pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati.

Questa l’atmosfera della nostra storia accompagnata dalla contemporaneità di canzoni fra le più note e trascinanti della musica pop e rock. Protagonista di questa black story, una sensuale e spiritosa Veronica Pivetti, in arte Jenny Talento, fioraia di facciata ma, in realtà, venditrice d’oppio by night, che finisce col cedere alle avances di un giovane e inesperto giocatore di poker, Nino Miseria. La voglia di risorgere, dopo gli anni della pandemia, soffia sulla passione, e Jenny si lascia trascinare in un mondo perduto fatto di malavita, sesso, amore e gelosia. Fino a quando il gangster più temuto della città, Micky Malandrino, un visionario dal mitra facile spacciatore di sentimenti e tentazioni, non pretende da lei la restituzione di un vecchio debito contratto dal suo amante. Dopo qualche resistenza, la donna cede, ma poi ci ripensa trascinandoci all’epilogo, in una resa dei conti salata e non più rinviabile, con un finale in crescendo decisamente esplosivo. Uno spettacolo incalzante dalle atmosfere retrò, travolte e stravolte da un allestimento urban, spolverato dai fumi colorati delle strade di Manhattan, da occhiali scuri, mitra, calze a rete, scintille e canzoni. E dalla travolgente esuberanza di un mondo risorto alla vita. (VIDEO)

Veronica Pivetti.

Una black story musicale di Giovanna Gramusiche Alessandro Nidi ideazione scenica e regia Gra&Mramor

con Cristian  Ruiz, Brian Boccuni

aiuto regia Alessandro Marverti arrangiamenti musicali Alessandro Nidi, Elio Baldi Cantù, luci Eva Bruno, fonica Andrea Mazzucco , costumi Valter Azzini, produzione ArtistiAssociati

in collaborazione con Pigra srl

durata: 80 minuti (atto unico) 

Stagione Teatrale 22/23

Prevendita online sul sito ufficiale della Fondazione Teatro Pirandello Agrigento > https://bit.ly/3zMsrZx

Alessio Boni moderno Don Chisciotte: in scena al Pirandello con il capolavoro di Miguel de Cervantes

2 Aprile 2023 no comments stampa

Alessio Boni e Serra Yilmaz sono i protagonisti di Don Chisciotte, adattamento di  Francesco Niccolini, per la regia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni e Marcello Prayer , in scena al Teatro Pirandello di Agrigento, martedì 4 aprile, alle 20,30, e mercoledì 5 aprile, alle 17,30.

 

Lo spettacolo, liberamente ispirato all’iconico e visionario romanzo di Cervantes, narra le strabilianti avventure di un eroe fuori dal tempo, il cui spirito, infiammato dalla lettura dei poemi cavallereschi, anela a epiche imprese. Alessio Boni vive con ardore i panni e l’armatura del cavaliere errante accanto all’eclettica e raffinata Serra Yilmaz nel ruolo del fido scudiero Sancho Panza, giovane contadino simbolo di purezza di cuore, la cui saggezza di matrice popolare contrasta con la lucida e nobile follia di Don Chisciotte. Forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da andare controcorrente, che meritano di essere ricordati in eterno, come si legge nelle note di regia: “Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici.
La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani.  L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire?  Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale”.
Spettacolo imperdibile con : MARCELLO PRAYER, FRANCESCO MEONI, PIETRO FAIELLA, LILIANA MASSARI, ELENA NICO, NICOLÓ DIANA (Ronzinante)

scene
MASSIMO TRONCANETTI

costumi
FRANCESCO ESPOSITO

luci
DAVIDE SCOGNAMIGLIO

musiche
FRANCESCO FORNI

foto di scena
GIANMARCO CHIEREGATO

Ph Lucia De Luise

Agrigento Capitale della Cultura 2025, Fondazione Teatro Pirandello: “L’inizio consapevole di un grande progetto”

31 Marzo 2023 no comments stampa

Agrigento Capitale della Cultura 2025 vuole essere l’inizio consapevole di un grande progetto sociale e culturale. Ne è convinta la Fondazione Teatro Pirandello di Agrigento. “La proclamazione di oggi – dice l’intera governance della Fondazione – rappresenta un’opportunità di crescita culturale, sia per il teatro che per il territorio, ma soprattutto uno sprone alla consapevolezza”. Ed il Presidente Alessandro Patti aggiunge: “una realtà come la nostra, piena di storia e di bellezza ma altrettanto piena di contraddizioni e storture, aveva bisogno di  una così eclatante ed imponente iniezione di fiducia: grazie alla caparbietà e tenacia del nostro Sindaco Franco Micciché, da oggi Agrigento e la sua provincia sono legittimate a scrollarsi di dosso quel gattopardiano ‘peccato del fare’ ed a pensare ed agire in grande”.

Il Teatro Pirandello set del docu-film “Finding Marta”

31 Marzo 2023 no comments stampa

Il Teatro Pirandello set del docu-film “Finding Marta” dedicato alla figura di Marta Abba, musa e ispiratrice del Premio Nobel, Luigi Pirandello. La troupe della Fine Art Produzioni ad Agrigento, Capitale della cultura 2025, ha girato le ultime scene del film. La produzione ha lavorato in alcuni scorci della vecchia Girgenti, oltre alla Valle dei Templi, la spiaggia di Realmonte, la casa natale al Caos, piazza Pirandello, per l’occasione sgombra di auto in sosta e il teatro Luigi Pirandello. In quest’ultimo tempio del teatro, questa mattina 31 marzo il ciak di scene curate dal regista Lorenzo Daniele. Ad impersonare Marta Abba è Margherita Peluso, attrice milanese di origini modicane, brillante  interprete del teatro pirandelliano, che ha deciso di ricostruire la storia  di Marta Abba, della sua relazione con il Nobel siciliano,  ma anche quella del tempo in cui questa donna, attrice, capocomica,  intellettuale, si trova immersa. Quello che intraprenderà nella pellicola la protagonista, sarà un viaggio tra i luoghi e le situazioni  che hanno segnato la carriera drammaturgica di Pirandello e la sua  tormentata passione per Marta, donna intraprendente e caparbia, che  con le sue interpretazioni seppe diffondere e promuovere il  teatro pirandelliano in tutto il mondo. Tra la Sicilia, Roma, Milano e New York, Margherita Peluso, che è pure soggettista, incontrerà studiosi, attori e autori che hanno  amato l’arte di Marta Abba e sono pronti a raccontarla,  sottolineandone gli aspetti pionieristici ma anche i meriti  artistici di quella che troppo spesso è stata ricordata come  “l’amante di Pirandello”.  Marta Abba era nata a Milano da una famiglia borghese nel 1900 e fin da giovane si  cimentò nel teatro, ottenendo critiche positive fin dagli esordi. L’interessamento da parte di Luigi Pirandello, che nel  corso del 1925 la invita a collaborare nel suo Teatro dell’Arte di  Roma, determinerà il suo salto di carriera.  Pirandello scriverà per lei, drammi come “Diana e la Tuda”, “L’amica  delle mogli”, “La nuova colonia”, “Questa sera si recita a soggetto”,  “Come tu mi vuoi”, “Trovarsi”, “I Giganti della montagna”, “Quando  si è qualcuno”, “Non si sa come”, e glieli dedicherà.  Marta Abba era bella e sensuale; non formosa ma elegante, con una voce  vibrante e profonda, ed una recitazione esuberante e passionale.  Pirandello si fa mentore, promotore e Maestro della ragazza, per la quale comincia a nutrire un amore tanto forte quanto irrealizzabile. GUARDA IL VIDEO

 

 

 

La stagione del Teatro Pirandello continua nel segno di Verga

14 Marzo 2023 no comments stampa

STAGIONE DI PROSA TEATRO PIRANDELLO 2022/2023

La stagione del Teatro Pirandello continua nel segno di Verga. Lo spettacolo con Enrico Guarneri protagonista de “La roba”, regia di Guglielmo Ferro, inizialmente in programma Giovedì 23 e venerdì 24 marzo, per sopraggiunti problemi della compagnia è stato posticipato a martedì 28 e mercoledì 29. 

COMUNICATO STAMPA

AGRIGENTO. Continua con un omaggio al genio intramontabile di Giovanni Verga, nell’anno in cui si celebra il centenario della morte, la stagione di prosa del Teatro Pirandello. Martedì 28 alle 20,30 e mercoledì 29 marzo alle 17,30 ad Agrigento si alzerà il sipario con l’attesissimo “La roba”, nel nuovissimo allestimento diretto da Guglielmo Ferro. Spettacolo che fa tappa nella Città dopo aver iniziato nel novembre scorso la tournée in  tutta l’Italia. Il protagonista, Enrico Guarneri, torna a misurarsi con l’opera verghiana dopo i successi de “I malavoglia” e “Mastro don Gesualdo”. In scena, con lui, ci saranno Giampaolo Romania, Nadia De Luca, Francesca Ferro, Rosario Marco Amato,  Elisa Franco, Alessandra Falci, Gianni Fontanarosa, Giuseppe Parisi e Maria Chiara Pappalardo.

“La roba” è prodotto dall’associazione Progetto Teatrando che da anni segue la mission di promuovere il patrimonio culturale della letteratura siciliana, attraverso un lavoro di riscrittura drammaturgica dei nostri classici. Il nuovo progetto per questa stagione è la messinscena di alcune delle novelle più esemplificative delle raccolte “Vita dei Campi” e “Novelle rusticane” di Giovanni Verga, il preludio verista che ha portato l’autore siciliano all’approdo al ciclo dei vinti del capolavoro “I Malavoglia”. In “Nedda”, “Rosso Malpelo” e “La roba”, Verga affronta le problematiche socioeconomiche dei più umili. “Sono i vinti della Sicilia alla fine dell’Ottocento – spiega Guglielmo Ferro nelle sue note di regia – che, travolti dalla “fiumana del progresso”, non possono fare altro che sopravvivere aggrappandosi ai beni materiali. La “roba” in Verga diventa àncora di salvezza per tutti i derelitti della società, per coloro che lottano a costo della vita pur di non soccombere al “darwinismo sociale” dell’epoca. Nessun vincitore tra i protagonisti delle novelle, solo vinti. Nessuna vera speranza di riscatto ma solo la crudezza della loro miserabile esistenza. Nessun giudizio morale a rassicurare lo spettatore”.

La rielaborazione drammaturgica, così come già ne “I Malavoglia” e in “Mastro don Gesualdo”, scarnifica e rende ancora più straniante la tecnica narrativa di Verga, per veicolare con maggiore violenza la crudezza verista dell’autore.

Enrico Guarneri, erede della tradizione drammaturgica siciliana, è oggi unanimemente riconosciuto e apprezzato interprete dei personaggi verghiani. “Il pubblico – anticipa l’attore catanese – vedrà uno spaccato di quella Sicilia dell’Ottocento che viene fuori dalla penna straordinaria di Verga, con la sua attenta vivisezione e analisi delle problematiche patologiche di certi uomini. In questo caso, c’è l’attaccamento malato di don Mazzarò alla “roba”, che a quei tempi erano gli agrumeti, la terra, le bestie, il frumento, le galline… Oggi è cambiata la “roba”, ma non l’uomo – prosegue Enrico Guarneri – e il testo rimane quindi attualissimo. La maestria di Guglielmo Ferro ha inoltre fatto sì che in una novella di poche pagine esplodessero anche l’anima poetica e gli accadimenti letterari di altre novelle verghiane”. 

Le scene dello spettacolo sono realizzate Laboratorio ABC, i costumi dalla Sartoria Pipi. Per informazioni nr 0922/590220 . Botteghino (Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 8,30 alle 13, 30; Martedì e Giovedì dalle 15, 30 alle 18, 30). Biglietteria online: https://www.anyticket.it/anyticketprod/Default.aspx  – www.fondazioneteatropirandello.it 

 

“La vita davanti a sé” fa tappa al Pirandello

8 Febbraio 2023 no comments stampa

Silvio Orlando è regista e protagonista dello spettacolo “La vita davanti a sé”, tratto dal libro di Romain Gary, in scena al Teatro Pirandello di Agrigento, sabato 18 febbraio, alle 20:30 e domenica 19 febbraio, alle 17:30.
Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, “La vita davanti a sé” è un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia.
É la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani.
Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma.
Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il “tema dei temi” contemporaneo: la convivenza tra culture religioni e stili di vita diversi.
I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti.
Se questo è il quadro quale funzione può e deve avere il teatro. Non certo indicare vie e soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti commoventi divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante.
Raccontare la storia di Momò e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile.
Le ultime parole del romanzo di Gary dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: «Bisogna voler bene».
Lo spettacolo è vincitore de Le Maschere del Teatro Italiano 2022 per Miglior monologo.

Dal testo “La vie devant a soi” di Romain Gary (Emile Ajar)
riduzione e regia
Silvio Orlando

direzione musicale
Simone Campa

con
Ensamble dell’Orchestra Terra Madre

scene
Roberto Crea

costumi
Piera Mura

disegno luci
Valerio Peroni

Francesco Buzzurro in concerto

30 Gennaio 2023 no comments stampa

𝐔𝐧’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐚𝐥 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐏𝐢𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨: 𝐬𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟐𝟓 𝐟𝐞𝐛𝐛𝐫𝐚𝐢𝐨, 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟎,𝟑𝟎, 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐁𝐮𝐳𝐳𝐮𝐫𝐫𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 “𝐔𝐧’𝐨𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐚 𝐬𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐝𝐞”.
Già attiva la prevendita sul sito ufficiale www.fondazioneteatropirandello.it sezione biglietteria online. 𝙀𝙘𝙘𝙤 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙚𝙫𝙚𝙣𝙩𝙤

“Un’orchestra a 6 corde” è il titolo del concerto di Francesco Buzzurro, in programma il prossimo 25 febbraio, alle 20:30, al Teatro Luigi Pirandello di Agrigento, in occasione dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono, San Gerlando.
Docente di chitarra jazz al Conservatorio Scarlatti di Palermo, Buzzurro è un musicista apprezzato in tutto il mondo per il suo approccio “orchestrale” alla chitarra e uno stile trasversale che fonde il mondo classico con il jazz e la musica popolare.
Per l’occasione il maestro proporrà i grandi successi di artisti come Gershwin, Chick Corea, Django Reinhardt e Jobim, da lui riarrangiati in modo assolutamente originale, oltre ad alcuni brani di sua composizione tratti dal suo ultimo album “Il quinto elemento”.
Grazie alla sua straordinaria tecnica di matrice classica, aperta a una conoscenza profonda del jazz e dell’improvvisazione, Francesco Buzzurro è diventato negli anni un punto di riferimento assoluto per il mondo della chitarra acustica. Definito da Ennio Morricone “tra i più grandi al mondo perché capace di rendere fruibile a tutti la musica colta”, è stato votato dalla rivista di settore Musica Jazz come uno dei chitarristi più talentuosi del panorama internazionale.
È stato inoltre eletto “miglior chitarrista jazz” in un sondaggio dei lettori della rivista Guitar Player Magazine e “miglior chitarrista europeo” dalla Borsa Internazionale della Cultura di Friburgo.
“Suonare ad Agrigento è per me una gioia indescrivibile. Esibirsi di fronte ai propri concittadini è sempre un’ emozione impalpabile che attraversa tutto l’arco dell’esecuzione del concerto. Per l’occasione proporrò una sequenza di brani tratti da generi musicali diversi: mi riferisco al tango argentino, alla musica brasiliana, alle gradi colonne sonore tratti da film, alla musica jazz. In me si fondono tanti generi che incorporano gli umori della tradizione popolare, ecco perché il legame con Agrigento è fortissimo. Ricordo che le mie esperienze più belle le ho cominciate a vivere nel periodo della Sagra del Mandorlo in Fiore, quando con il gruppo Val D’Akragas avevo la possibilità di confrontarmi con musicisti provenienti da ogni latitudine. Questo si è poi riflettuto nel mio modo di suonare, perché ho appreso tecniche particolari che riguardano anche la musica argentina, peruviana e messicana. Tutto questo si è fuso con la mia curiosità per il Jazz, per l’improvvisazione e la rivisitazione di brani a modo mio in una forma “One Man Band”. Ho elaborato il titolo del concerto, Un’ orchestra a 6 corde, prendendo spunto dalle emozioni degli spettatori che, ogni volta, alla fine di uno spettacolo si venivano a complimentare dicendomi che avevano avuto la sensazione di sentire più strumenti. Pensare alla scaletta non è facilissimo, ho talmente tanta di quella musica dentro che fare un elenco è sempre difficile”, conclude Francesco Buzzurro.
Per il presidente della Fondazione Teatro Luigi Pirandello, Alessandro Patti, il concerto si inserisce nel solco delle iniziative avviate lo scorso anno con la diversificazione dell’offerta culturale: “Abbiamo aperto così alla grande musica con il concerto dell’orchestra d’archi del Teatro alla Scala di Milano, abbiamo poi continuato con il concerto pop organizzato da Lello Analfino e, infine, con Claudio Baglioni e Fabio Concato. Adesso è il turno di Francesco Buzzurro, un grande artista di fama internazionale, che Ennio Morricone ha definito “Il più grande chitarrista al mondo”. Un agrigentino doc, che con il suo eclettismo riesce a rendere fruibile a tutti la musica, anche quella colta”.
Soddisfazione è stata infine espressa dal Direttore Generale della Fondazione, Salvo Prestia che ha detto: “Siamo orgogliosi di ospitare questo grande artista amato dal pubblico agrigentino ed apprezzato in tutto il mondo. Dunque quale migliore occasione del 25 febbraio, giornata dedicata al nostra Santo Patrono, San Gerlando, per offrire uno spettacolo di grande spessore internazionale”.

Luigi Mula