Standing ovation per il Concerto di Primavera
Una lunga standing ovation ha salutato ieri sera l’Orchestra d’Archi dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, che si esibita per la prima volta al Teatro Luigi Pirandello di Agrigento per il “Concerto di Primavera: le otto stagioni – Musiche di Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla”, violino solista e direttore, Francesco Manara.
Pubblico in piedi per i giovanissimi allievi dell’accademia e per il loro direttore che, con il suo Nicola Amati del 1665 , ha sedotto i numerosi e calorosi spettatori (diverse le autorità civili e militari in platea, per un teatro che ha registrato ancora una volta il sold out). Alla fine del concerto il maestro Francesco Manara è stato più volte richiamato sul palco per il bis.
Atmosfera, dunque, delle grandi occasioni, per l’evento fortemente voluto dal Comune di Agrigento, dalla Fondazione Teatro Pirandello e dall’Accademia Teatro alla Scala di Milano, presieduta dall’agrigentino Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci.
La serata di ieri ha dato il via alla collaborazione artistica e didattica tra l’Accademia Teatro alla Scala di Milano e la Fondazione Pirandello di Agrigento.
Ad accogliere, inoltre, gli ospiti meneghini c’era tutta la Governance del Teatro.
Il concerto, dicevamo, ha rappresento un dialogo fra Settecento e Novecento, fra due compositori separati nel tempo da due secoli e mezzo.
Le Quattro Stagioni di Vivaldi, quattro concerti per violino che si collocano sicuramente fra i brani più noti nella storia della musica, concerti nei quali viene rappresentata la natura, sia nella dolcezza della visione arcadica sia negli aspetti più inquietanti ed ostili.
Las cuatro Estaciones porteñas, scritte dal 1964 al 1970, originariamente composte da Piazzolla per il suo Quintetto, rappresentano un omaggio e una rielaborazione dei temi vivaldiani. L’aggettivo “porteñas” si riferisce al porto di Buenos Aires, luogo nel quale ebbe le sue origini il tango. E di tango è impregnata la musica di Piazzolla, arricchita da elementi di musica colta europea e da ritmi jazz.
Le musiche dei due compositori si alternano, così, in un movimento ciclico: primavera, estate, autunno, inverno, di nuovo primavera. A questo movimento circolare si è appunto ispirata l’esecuzione proposta dalla Spalla dell’Orchestra del Teatro alla Scala, Francesco Manara, nel suo ruolo di maestro concertatore, violino solista, nonché di docente dell’Orchestra d’Archi dell’Accademia Teatro alla Scala.